Il mercato dei monovolume esplose dal 1984 in poi a seguito del lancio di Renault “Espace” e si mantenne vivo fino alla fine del primo decennio del nuovo millennio, quando l’interesse per tali veicoli andò scemando a fronte della crescita commerciale maturata dai suv e dalle crossover extralarge oltre che dalle versioni lusso dei pulmini compatti derivati da mezzi commerciali leggeri. Fra questi i Mercedes “Classe V” e “Vito”, i Volkswagen “Caravelle” e i Ford “Turneo”. Rispetto ai monovolume tipo “Espace”, di fatto delle berline, i pulmini offrivano e offrono tuttora un’abitabilità superiore indotta dalle generose dimensioni delle rispettive carrozzerie senza cedere più di tanto a livello di prestazioni grazie alle generose cubature dei loro motori. Orientati a soddisfare soprattutto esigenze di tipo professionale, si sono poi stati proposti anche quali mezzi da tempo libero e quali minicamper – famose e quasi mitiche in tal senso le versioni “California” dei commerciali leggeri Volkswagen – senza peraltro disdegnare eventuali utilizzi avanzati in ambiti privati.
Utilizzi di nicchia ovviamente, ma supportate da veicoli caratterizzati da margini interessanti in quanto orientati a soddisfare le esigenze di un’utenza di classe alta. E’ la stessa cui ora guarda anche Hyundai con il suo nuovo pulmino “Staria”, lanciato nel 2021 su alcuni mercati test e ora disponibile anche in Italia in due versioni atte ad alloggiare sette, nove e 11 persone sempre propulse da un nuovo turbodiesel da due litri e 200 centimetri cubi realizzato sulla base di un’architettura a quattro cilindri integrante una distribuzione bialbero operante su sedici valvole.
Il motore si propone con canne da 85 millimetri e quattro decimi di alesaggio per 96 millimetri di corsa, è compresso 16 punti a uno ed eroga 177 cavalli a tremila e 800 giri con una coppia massima di 430 newtonmetro che si mantiene lineare fra i mille e 500 giri e i due mila e 500 giri. A tali prestazioni concorrono sia l’impianto di sovralimentazione basato su una turbina singola a geometria vari abile sia un impianto di alimentazione common rail operante a mille e 800 bar di pressione. Di fatto un diesel moderno e relativamente lento che ben si sposa con il profilo di missione di un veicolo che vuol trovare del comfort di marcia e dell’abitabilità le sue doti migliori.
Non a caso i tecnici giapponesi nella messa a punto del motore molto hanno lavorato per disporre di un vettore il più possibile silenzioso e avulso da vibrazioni oltre docile e progressivo nelle risposte ai comandi dell’acceleratore, obiettivo cui concorrono anche le due trasmissioni disponibili, un cambio meccanico a sei marce o un automatico a otto eventualmente integrabile da un sistema di trazione di tipo integrale. Al confort guardano invece le sospensionimultilink al posteriore e MacPherson con barra antirollio all’avantreno, gruppi pilotati da sistemi di molle e ammortizzatori tarati in modo da assicurare la massima stabilità in curva e in frenata nonostante un’altezza minima da terra di 185 centimetri indotta dalla presenza di pneumatici da 18 pollici di diametro e una massa a vuoto che supera i 23 quintali. Si tratta di un peso considerevole, ma giustificato sia dalle dimensioni del veicolo, la lunghezza supera i 525 centimetri, la larghezza sfiora i due metri e l’altezza pure, sia della dotazioni di bordo, particolarmente ricche nella versione sette posti “Premium”.
Basti pensare a tale proposito che fra le dotazioni rientrano anche i sedili della seconda fila reclinabili singolarmente per via elettrica per trasformarli in riposanti cuccette. Tutte le poltrone della seconda e terza fila sono inoltre scorrevoli per modulare sia gli spazi abitabili sia la capacità di carico e tutte sono anche girevoli per dar luogo a un eventuale area organizzata di lavoro. Guarda in tale direzione anche un’altezza interna che consente ai passeggeri di entrare e uscire comodamente dal veicolo consentendo a un bambino di età media in età scolare di stare in piedi e muoversi con facilità. Organizzata poi sempre all’insegna del comfort la postazione del guidatore. Questi per gestire il veicolo può contare su un pannello strumenti digitale posizionato al di sopra della linea del volante, e su un sistema multimediale con schermo da oltre dieci pollici di diagonale collocato al centro della plancia. Presenti ovviamente tutti i sistemi di sicurezza e di assistenza oggi disponibili a livello automotive e anche qualche gadget in più quale per esempio, la possibilità di scegliere fino a 64 tonalità di colore per illuminare gli interni piuttosto che la riproduzione nel quadro strumenti di ciò che “vedono” le telecamere poste negli specchietti ogni volta che si aziona l’indicatore di direzione. Una chicca che elimina l’angolo morto aiutando anche nelle manovre. Da segnalare, e non potrebbe essere diversamente, l’ampiezza del vano di carico, oscillante fra gli 831 e i gli oltre mille e 300 litri a seconda del numero dei sedili ma sempre con possibilità di salire a oltre cinque mila litri potendo trasportare fino a tre europallet contemporaneamente.
Design avveniristico
La nota che più colpisce quando ci si trova per la prima volta al cospetto di “Staria” è il design della carrozzeria, decisamente futuribile, innovativo e per certi versi sorprendente. Il veicolo si propone in effetti quale vero e proprio monovolume caratterizzato da un’unica linea che partendo dal paraurti anteriore sale al tetto chiudendosi poi posteriormente. Di fatto una sorta di monolite ovoidale senza soluzione di continuità che trova i suoi unici spigoli nel punto d’incontra fra il tetto e i le fiancate con il portellone posteriore ad azionamento elettrico. Il particolare design propone anche una linea di cintura molto bassa che rende fluida e slanciato il veicolo nonostante le dimensioni garantendo contemporaneamente al guidatore un’ampia e diretta visuale sui lati e sul l’anteriore della vettura grazie alla presenza di superfici vetrate molto più ampie degli standard di settore. Angoli morti e retro sono invece inquadrati da specifiche telecamere operanti in automatico in fase di manovra o a richiesta quando il driver lo ritiene necessario. Sorprendente il musetto, la cui estetica è giocata sulla presenza di una fascia di luci led che rendono inconfondibile alla vista di un veicolo che grazie alla presenza di pneumatici da 18 pollici di diametro acquista anche un’immagine forte e determinata dietro al quale si celano attenti studi aerodinamici tesi a minimizzare il coefficiente di penetrazione e i sibili aerodinamici quando si marcia in crociera.
Il primo di una lunga serie
“Staria” e “Staria Premiuim”, le due versioni del nuovo monovolume Hyundai, non resteranno le uniche a listino. La Casa ha in effetti anticipato che saranno affiancate da altri veicoli realizzati sulla base della stessa piattaforma meccanica fra i quali non mancheranno i pulmini a doppio uso, merci e persone, e i minicamper a tetto rialzabile. Saranno comuni a tutti i modelli i numerosi gli aiuti elettronici al guidatore già oggi disponibili, a partire dal sistema di assistenza anticollisione frontale con riconoscimento veicoli, pedoni e cicli, il sistema di riconoscimento attivo dei limiti di velocità, e i sensori di parcheggio anteriori e posteriori con telecamera. La connettività a bordo comprende il quadro strumenti a colori visibile su un pannello da dieci pollici e un quarto di diagonale e un sistema multimediale con schermo touch da otto pollici di diagonale con connettività wireless Apple CarPlay e Android Auto.
Titolo: Hyundai “Staria”, esordio italiano
Autore: Redazione